Avete presente quelle giornate in cui dal momento in cui apri gli occhi, inizi a detestare qualsiasi fenomeno fisico o biologico che ti si pari davanti? Certo che sì. Lo so.
Col tempo e l’allenamento può capitare che questo odio costante verso l’universo diventi una condizione esistenziale.
Penso che a questo punto si possa parlare di acidità, nel senso di caratteristica caratteriale di una persona.
Però mi domando se esista la differenza tra l’essere schietti senza filtri e l’essere acidi.
Forse sta qui la sottile linea che differenzia una persona veramente stronza, ma con quel leggero carisma che ti fa ridere, e tra una persona vicina all’illuminazione relazionale.
Sempre se questa linea esiste.
E poi, perché è così difficile apprezzare la verità delle cose. Cioè, tipo l’essere brutti o il vestirsi male o l’essere persone noiose. Com’era? Il primo passo per cambiare le cose consiste nel riconoscere il problema? Ecco.
Il nostro mondo occidentale – da notare come l’inserimento dell’aggettivo “occidentale” renda qualsiasi discorso subito di carattere politico/filosofico e ammettiamolo, un po’ di quella sinistra lì – ci vuole belli, eleganti e interessanti.
Chi non si riconosce come bello, elegante e interessante secondo i canoni si deprime. E a volte peggio.
E questo non va bene perché dobbiamo essere sempre felici.
E allora nascono le frasi tipo “Chiunque è bello a modo suo”.
E ci si illude, e quando arriva una persona schietta a dirti che sei brutto/a ti offendi e di conseguenza non riesci a relazionarti con la verità oggettiva delle cose.
Che poi comunque siamo umani. I nostri occhi parlano non giudicano. O almeno, gli occhi belli funzionano così. Forse bastano loro.
Credo sia vero che ognuno è bello a modo suo. Alla fine è la solita becera questione dialettica. Una volta messi tutti d’accordo sul bello, ma quello vero, allora penso saremmo apposto come razza animale.
Cioè tipo fare un convegno in 8 miliardi di noi per creare una definizione universale di bellezza con l’obbiettivo che tutti si riconoscano belli. E guai a chi se ne va prima di aver risolto il problema. Alla fine facciamo pure un rinfresco dai.
Una passeggiata dove vuoi tu,
Dr. Eleken
